La presentazione della rassegna |
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Rassegna in 5 film
Il discorso sviluppato da François Truffaut attraverso i suoi film sull’infanzia è sicuramente tra i più affascinanti e complessi che si possano incontrare nella storia del cinema.
I traumi della propria adolescenza turbolenta ed infelice hanno fatto del regista della nouvelle vague un sensibile portavoce di quel mondo troppo spesso oppresso ed incompreso dagli adulti.
Ispirato da Roberto Rossellini e Jean Vigo che con i loro film hanno saputo rappresentare l’infanzia al di fuori da qualsiasi cliché, il regista d’oltralpe sin dal suo primo lungometraggio “I 400 colpi” ed in seguito ne “Il ragazzo selvaggio”, ha sottoposto la società adulta ad uno sguardo impietoso denunciandone l’ottusità e l’incapacità di comprendere i desideri e le inquietudini dei più piccoli.
Il percorso di Truffaut sembra concludersi ne “Gli anni in tasca” con una sorta di riconciliazione con il mondo dei grandi e con le istituzioni di cui essi sono i rappresentanti ma resterà sempre dalla parte dei bambini e dei ragazzi.
La grazia e la semplicità con le quali ha saputo sviluppare le problematiche che contraddistinguono quell’età di crescita gli varranno l’epiteto di “regista dell’infanzia”.