1.3 Sciàmmuru e dintorni | |||
Un po’ perché è tipico dell’età inventarsi qualcosa per non lasciarsi soffocare dalla noia; un po’ perché era un luogo dove potevi sperimentare tantissimo senza essere assillato da qualcuno che ti dicesse: ‘Questo non si fa’, ‘Questo si fa così’; un po’, anzi un tanto, perché frequentavano la parrocchia alcuni giovani dello Sciàmmuru. Che cosa? La A.G. Sciammuru era un’associazione sportiva nata nella parrocchia di Monserrato, che raccoglieva giovani di tutto il centro cittadino e faceva fare loro sport con il Centro Sportivo Italiano. Nella seconda metà degli anni Ottanta si era spostata nelle periferie, dove c’era più bisogno di aggregare i ragazzi di quelli che iniziavano a essere definiti ‘quartieri a rischio’, magari proprio da quei politici che li avevano fatti costruire loro ‘a rischio’. A S. Giovanni si era trasferito da qualche anno Nunzio Salerno. Con la sua passione e il suo carisma aveva aggregato tanti ragazzini e adolescenti della ‘via Don Minzoni’ e aveva formato della squadre che ben figuravano nei tornei provinciali del CSI. Quando arrivò il nuovo parroco, la proposta sportiva fu allargata ad altri ragazzi del quartiere e alle ragazze. Il piccolo cortile dell’oratorio serviva da campo di allenamento (anche in notturna, con un faro solo e tanta buona volontà di vederci); i motorini si parcheggiavano ‘abusivamente’ nelle aule del catechismo; le squadre erano molto affiatate, i dirigenti molto volenterosi e l’entusiasmo alle stelle. |
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La Sciammuru guidata da Antonio Liotta | ||
La società sportiva attirava sempre più giovani che in buona misura venivano coinvolti anche nelle altre attività parrocchiali. C’era gente che saliva anche da Catania per allenarsi in quel luogo sgangherato, terra, cemento e erba, che nella sua cronica incompletezza incarnava l’adolescenza. | |||